Della vite selvatica, “labrusca o lambrusca”, ne parla già Virgilio, cresceva ai margini della Pianura Padana e si riproduceva per seme.
Esistono sessanta cloni di lambrusco, ma sono sei quelli più utilizzati: di Sorbara, Grasparossa, Salamino, Marani, Maestri e Montericco, ognuno dotato di peculiari caratteristiche.
Il Lambrusco di Sorbara è il più versatile della famiglia. Ha spiccata acidità e un colore tenue.
Al contrario il Lambrusco Grasparossa è quasi impenetrabile nella tinta e possiede dolci note di frutta scura matura.
In generale il Lambrusco con le sue delicate bollicine, la beva gioiosa e il gusto sbarazzino, lo rendono un vino molto versatile a tavola.