Bollicina e carne bianca? SI!
Chi di noi non è abituato a utilizzare i binomi carne/vino rosso e pesce/vino bianco? Oppure: le bollicine solo per l’aperitivo! E la pizza? Con la birra.Questi schemi sono considerati validi più come dogma, che per un’effettiva ricerca di piacevolezza.
Per questo motivo, prendendo spunto dal nostro nuovo menu – e in particolare da uno dei piatti che trovo maggiormente interessante e di qualità -, vi offro qualche idea di abbinamento. Lombo di coniglio ripieno di gambero rosa, con aria di cappero, ristretto di Prosecco e soffice di finocchio: cosa ci bevo?
Già il nome si presenta bene; e la prova gustativa conferma l’estrema qualità e raffinatezza della preparazione.
La tendenza attuale degli chef è quella di creare un equilibrio autonomo nel piatto – giocando con sensazioni contrastanti -, rendendo oggi non necessario (come facevano una volta) che sia l’accompagnamento del vino a completare l’armonia mancante. Semmai, oggi, il vino è un co-protagonista, che asseconda le caratteristiche delle preparazioni, esaltandole e, in certi casi, migliorandole.
Nel caso specifico, ci troviamo in bocca molta tendenza dolce dovuta alla carne bianca del coniglio, sensazione rinforzata dalla masticazione del gambero rosa, che aggiunge grassezza e pastosità al palato. Già si intuisce quanto occorra un vino dal forte potere “detergente”, gradevolmente acido e sapido.Niente di meglio di una bollicina! Sì, ma quale? Sicuramente un metodo classico, per la sua maggior struttura, che vada di pari passo con lo spessore del piatto; uno dal gusto piuttosto fresco, per contrastare la sfumata dolcezza del cibo. Non solo: vista l’aromaticità data dal soffice di finocchio e dall’aria di cappero, occorre uno spumante che abbia una decisa lunghezza gustativa. E poi, il ristretto di Prosecco dà ritmo al piatto, smuovendolo un po’…
Ho nella mente un territorio che sta crescendo nella qualità a passi da gigante, una regione che, per il vino, non ha bisogno di presentazioni: il Piemonte e l’Alta Langa. E sto pensando a una micro-cantina di un vignaiolo appassionato, Paolo Berutti, che a Santo Stefano Belbo crea dei metodo classico emozionanti. Come l’Alta Langa DOCG brut (Pinot nero al 100%), di notevole eleganza, ottimo corpo, con la vinosità e la sostanza materica del Pinot nero, molto utile per sostenere un abbinamento con carni bianche. Dotato di una sapidità salmastra piacevole, ideale nel contrasto con il gambero; dai sentori di maturità nel fruttato giallo e nell’agrume, che ben si accordano sul finale di bocca al cappero e al finocchio.Un abbinamento che vi invito a provare, anche per sfatare il mito che, con la carne, non si bevono i vini spumanti!
Buon vino e #DrinkSecco!