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SOMMELIER? Sì GRAZIE!

Ci stiamo sempre più allontanando, per fortuna, dalla figura del sommelier che si aggira tra i tavoli in sala, “impinguinato”, con sguardo serioso e modi di agire liturgici, tipo un sacerdote.
Portatore di saperi oscuri, da non far trapelare, i segreti del vino! Porgli una domanda un atto da eroe, avventurarsi in scelte autonome della bottiglia consultando la carta, un gesto da audaci! Il sommelier vecchio stile, colui che sempre più stava rischiando di allontanare i consumatori dal vino, una figura stancante, priva di attrattiva e che anzi causava la perdita di avventori nei ristoranti, è sempre più raro.
Il sommelier del 2020 invece è smart, 2.0, un professionista della comunicazione. Divulga la conoscenza del vino facendo divertire, senza appesantire o creando la sensazione di una figura scomoda tra il cliente e la lista dei vini. Anche l’abbigliamento sta cambiando, le aziende tessili si stanno facendo concorrenza nel trovare divise di servizio sempre più trendy, casual, senza perdere di vista l’etichetta, che però trasmettano già alla vista, la sensazione di un operatore non
troppo ingessato da regole codificate ma aperto e pronto a plasmarsi secondo la personalità dei vari clienti. Un aiuto e una guida all’interno della sala, con la quale interloquire, sia brevemente che più a lungo, su un abbinamento ai piatti, sul retrogusto di un vino, sulla storia di un’azienda, creando l’idea che tutto sia toccabile con mano, alla portata di ogni appassionato o semplice estimatore del vino.

Senza supponenza, arroganza o pesantezza, il sommelier è un valore aggiunto, un servizio in più al cliente, che non tutti i locali possono permettersi. Ecco allora che, nei casi in cui
manca, l’argomento vino si sposta sull’improvvisazione, sul fai da te, abbassando il livello dell’esperienza emozionale. Al giorno d’oggi i sommelier operano nei settori più vari, dal giornalismo, ai blog, passando per i social media. Alcuni sono operatori professionali nel settore del commercio, altri brand ambassador di piccoli o grandi marchi. Poi ci sono i docenti ai corsi e i consulenti enogastronomici.


Un esercito di sommelier, una nutrita schiera di professionisti della comunicazione del vino, che finalmente è uscita da ristoranti ed enoteche, un tempo luoghi esclusivi, per
mettersi al servizio di chi è desideroso di saperne di più. Bere e mangiare consapevolmente rende tutto più affascinante, non basta più oggi che un vino
sia gradevole al gusto, vogliamo sapere chi lo produce, dove, con quali tecniche, con quali uve è fatto, se affina in legno o acciaio, la storia della famiglia. Vogliamo immaginarci di bere quel calice nel territorio in cui è nato, magari proprio in compagnia di chi lo ha concepito. Vogliamo chiudere gli occhi e pensare al microclima di quelle terre, quasi toccare con le mani il suolo su cui le vigne sono piantate.


Un paese come l’Italia, con le sue ricchezze eno-gastronomiche dovrebbe puntare e investire maggiormente su servizi come quelli del sommelier. Abbiamo un patrimonio da divulgare, da far conoscere e apprezzare, nessuno come noi! E in questo sistema si inserisce la figura professionale del sommelier moderno, colui che utilizza una terminologia semplice, non troppo tecnica ma di facile comprensione. Finito il periodo dell’oscurantismo, il vino è una materia che ha superato il ristretto ambito degli appassionati, diventando tra i più frequenti argomenti di conversazione.

Presente anche nei quiz televisivi, non è raro infatti trovare nelle domande di cultura generale quelle legate al vino. Per cui la prossima volta che entrerete in un ristorante e vorrete aumentare la piacevolezza della vostra esperienza cibo/vino, quando il cameriere o il responsabile di sala vi chiederà “i signori cosa desiderano?” “un sommelier grazie”.

Buon Vino e #DrinkSecco

Valentino Tesi miglior sommelier d’Italia 2019/2020
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